STAGE RETRIBUITO

L’Associazione Amici dei Monumenti e Musei di Vicenza opera nell’ambito della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città di Vicenza e della sua provincia.
L’associazione ricerca una figura da inserire nel proprio organico per uno stage retribuito di 6 mesi, part time, a partire dalla metà di ottobre.

Fondata nel lontano 1949 da Renato Cevese e Antonio Bardella, l’Associazione svolge attività dirette alla salvaguardia del territorio e alla promozione della conoscenza.
Finanzia interventi di restauro di opere d’arte; propone visite di studio per i soci in Italia e all’estero; organizza conferenze e corsi di formazione aperti al pubblico; garantisce con il suo volontariato l’accoglienza ai visitatori e la sorveglianza presso chiese e musei della città; finanzia l’edizione di pubblicazioni storico-artistiche.

Siamo alla ricerca di una figura giovane, dinamica, che abbia voglia di fare e spirito di adattamento. La persona riceverà affiancamento e una formazione della durata di due settimane.

Responsabilità, ambiti e compiti: servizio di segreteria e accoglienza; riferimento principale utenze esterne; aiuto nella redazione di comunicati stampa per quotidiani locali; progettazione materiale informativo e pubblicitario; amministrazione e aggiornamento del sito internet; composizione di newsletter; aiuto nella programmazione delle attività: corsi di formazione, eventi culturali, visite di studio; disponibilità alla partecipazione agli eventi programmati.

Requisiti: cittadinanza italiana o comunitaria, sono equiparati i cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia; residenza nel comune o nella provincia di Vicenza; compimento del 18° anno di età; diploma di scuola superiore; predisposizione al contatto con il pubblico; puntualità e serietà; buona conoscenza informatica; padronanza della lingua italiana; proprietà di linguaggio; capacità di comporre mail istituzionali e newsletter; conoscenze base di contabilità; flessibilità negli orari; preferibile ma non necessario un backgroud artistico e la frequentazione di un corso di laurea attinente ai beni culturali.

Si prega di inviare la propria candidatura via mail a: info@amicimuseivicenza.it
Ricordarsi di inserire anche il recapito telefonico al quale volete essere ricontattati.
Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91
Scadenza: 7 settembre 2019

Intervento di restauro al portale di ingresso del teatro olimpico – avvio dei lavori

   

INTERVENTO DI RESTAURO AL PORTALE DI INGRESSO DEL TEATRO OLIMPICO

L’Associazione Amici dei Monumenti, dei Musei e del Paesaggio per la città di Vicenza e provincia per valorizzare il contributo di 25.875,73€ ricevuto il 3 settembre 2018 dal Ministero ai Beni e alle Attività Culturali ai sensi dell’art. 1 comma 4 del D.P.C.M. 21 Marzo 2016 – 2 x 1000 in favore delle Associazioni Culturali-, ha deliberato di avviare la procedura per un intervento, a sue spese, di restauro del portale seicentesco di accesso al Giardino del Teatro Olimpico di Vicenza.
L’intervento di restauro restituirà opportuno decoro all’ingresso del Teatro da Piazza Matteotti, che costituisce una delle principali “porte d’ingresso” del turismo vicentino.

PROPOSTA DI INTERVENTO a cura di Gabriele Zorzetto
L’iniziativa di intervento proposta dall’Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti di Vicenza ha come obiettivo il completo restauro del portale principale che dà accesso al giardino del Teatro Olimpico.
Questo manufatto, realizzato con elementi in pietra di Vicenza, manifesta infatti numerose problematiche di conservazione, dovute a diversi fenomeni tra cui l’età stessa della struttura, il degrado dei materiali, l’inquinamento atmosferico, il guano, la vegetazione infestante, l’umidità.
In particolare, si prevede l’esecuzione delle seguenti fasi:
– esecuzione di opere provvisionali, tali da consentire comunque la funzionalità degli accessi al giardino in completa sicurezza anche durante i lavori;
– esecuzione di indagini e analisi chimico-fisiche sui materiali;
– restauro dei materiali lapidei, mediante: rimozione della vegetazione esistente:, rimozione delle colonie di microorganismi mediante applicazione di prodotto biodeteriogeno, pulitura delle superfici mediante l’impiego di acqua demineralizzata, pulitura delle superfici mediante carbonato d’ammonio, pulitura della superficie mediante l’ausilio di impacchi, stuccatura delle micro-fessurazioni e delle lacune, consolidamento degli elementi in pietra presentanti fenomeni di distacco, applicazione su tutte le superfici di prodotto ad azione consolidante e biocida.

CENNI STORICI. Il muro di cinta e il portale
Nella seconda metà del XIII secolo, con l’instaurazione del dominio padovano, la zona orientale del centro cittadino di Vicenza, dove un canale del fiume Bacchiglione originava una vera e propria isola, venne completamente riorganizzata a difesa con la costruzione del Ca-stello di cui oggi rimane inalterato il perimetro, ed entro il quale venne in seguito eretto il Teatro Olimpico.
Protetto da tre alte torri, il Castello, chiamato dell’Isola o di San Pietro, era un caposaldo difeso da un robusto presidio di fanti e balestrieri. Dopo aver subìto gravi danni nel conflitto con Veneziani e Veronesi alla fine del XIV secolo, il Castello venne in seguito privato di due delle torri e trasformato in arsenale e prigione.
Nei secoli seguenti il complesso fu sede del “Territorio”, ovvero della amministrazione della provincia vicentina sotto la Repubblica di Venezia, e successivamente di altre attività.
Il recinto murario originario, come si può ancora osservare, si è conservato nella sagoma e, in parte, anche nelle opere murarie: in particolare, il tratto che delimitava la corte d’armi verso la Piazza Matteotti, e che oggi costituisce il muro di cinta del giardino del Teatro Olimpico, conserva la struttura duecentesca in mattoni e pietre.
È impreziosita dal portale eretto nell’anno 1600 per iniziativa dell’allora capitano di Vicenza, il nobile veneziano Francesco Tiepolo. Nonostante la passata storiografia ne abbia abitualmente attribuito la paternità all’architetto Ottavio Revese, recenti studi (Luca Trevisan, 2016) ne riconducono potenzialmente l’attribuzione a Vincenzo Scamozzi, in ragione di convincenti considerazioni stilistiche e cronologiche.
Il portale, le cui componenti si riconducono agli stilemi tipici dell’architettura militare del periodo, è caratterizzato da una finitura a bugnato rustico, e decorato nella parte sommitale da bassorilievi rappresentanti lo stemma dei Tiepolo e trofei d’armi. Un’iconografia intesa a rappresentare l’antico ingresso all’“armamentario”, ovvero al magazzino di materiali militari dell’esercito veneziano situato all’interno del Castello e dove, ancora ai primi del Seicento, si conservavano armi ed equipaggiamenti per mobilitare, in caso di necessità, cinque o seimila persone.
Sulla soprastante fascia con l’iscrizione, attestante il periodo di esecuzione del manufatto e fiancheggiata da due pilastrini, stava in origine il Leone di S. Marco, abbattuto dalle truppe francesi nel 1797.

ARTICOLI
TEATRO OLIMPICO, PARTONO GLI INTERVENTI DI RESTAURO a cura di Matteo Venturini
L’intervento, in programma fino a fine luglio, ha un costo di 24 mila euro, a carico degli Amici dei monumenti, dei musei e del paesaggio per la città di Vicenza e provincia.
Ad illustrare i lavori questa mattina erano presenti il sindaco Francesco Rucco, l’assessore alle infrastrutture Claudio Cicero e il presidente dell’associazione Amici dei monumenti, dei musei e del paesaggio per la città di Vicenza e provincia Mario Bagnara.
“Stiamo investendo risorse importanti per la valorizzazione dei monumenti della nostra città – ha spiegato il sindaco Francesco Rucco –. Per quanto riguarda l’Olimpico, insieme con la Soprintendenza, con la quale fin da inizio mandato si è instaurata un’ottima collaborazione, stiamo lavorando a un progetto comune per il restauro del Teatro, anche in vista di un eventuale contributo da parte del Ministero per i beni e le attività culturali per il 2020. Vogliamo che l’Olimpico sia un teatro vivo: nei prossimi anni sarà protagonista di stagioni culturali importanti, a dimostrazione che la città deve investire in questo monumento. Il mio auspicio, infatti, è che tra qualche anno possa diventare monumento nazionale, alla pari di altri gioielli italiani ai quali il nostro teatro non ha nulla da invidiare”.
Teatro Olimpico Restauro
“Altre risorse – ha proseguito il sindaco – saranno destinate alla copertura dell’auditorium Canneti con l’obiettivo di riaprirlo al pubblico, e alla Biblioteca Bertoliana per alleggerire le strutture dal peso dei libri. Vogliamo, infatti, investire nel nostro patrimonio culturale, anche con il contributo di privati e associazioni, come quella degli Amici dei monumenti, dei musei e del paesaggio per la città di Vicenza e provincia che ringrazio per il prezioso contributo”.
“Ringrazio l’associazione guidata dal professor Bagnara per aver scelto di destinare ben 24 mila euro a un intervento importante quale il restauro del portale di ingresso del Teatro Olimpico che ogni anno vede transitare migliaia di cittadini e turisti – ha precisato l’assessore alle infrastrutture Claudio Cicero –. Grazie al sindaco, inoltre, saranno stanziati altri 40 mila euro per sistemare completamente il muro di cinta del giardino in modo da avere un intervento organico”.
Nel dettaglio, è previsto il restauro conservativo dei materiali lapidei, in particolare della pietra calcarea di colore bianco/avorio, presumibilmente pietra di Vicenza, di cui è costituito il portale, mediante la rimozione della vegetazione esistente, la pulizia delle superfici, la stuccatura delle micro-fessure, il consolidamento degli elementi in pietra che presentano elementi di distacco e, infine, l’applicazione su tutte le superfici di un prodotto consolidante e biocida.
La diagnosi dello stato di conservazione del portale ha previsto l’analisi dei materiali di cui è costituito oltre che l’individuazione degli elementi di degrado e dissesto presenti.
Il progetto è stato elaborato in base ai principi della conservazione e del minimo intervento, il cui scopo è mantenere autentici, per quanto tecnicamente possibile, le strutture e i materiali che costituiscono il complesso edilizio.
Cenni storici
Eretto nel 1600, il portale di accesso al Teatro Olimpico presenta bassorilievi con trofei d’armi e lo stemma di Francesco Tiepolo, capitano veneto a Vicenza, che simboleggiavano l’antico ingresso al magazzino del Castello, dove erano contenuti materiali ed equipaggiamenti militari dell’esercito veneziano.
Sulla soprastante fascia con l’iscrizione, fiancheggiata da due pilastrini, era presente originariamente il Leone di San Marco, abbattuto dai Francesi nel 1797.

GIORNALE DI VICENZA – SABATO 22 GIUGNO 2019 a cura di Nicola Negrin
IL GIOIELLO PALLADIANO. Presentato il piano da 24 mila euro finanziato dagli Amici dei musei
Portale, cielo e analisi L’Olimpico sotto i ferri.
Avviato il restauro dell’ingresso e approvata la spesa per sistemare il soffitto delle scene di Scamozzi: poi partirà il miglioramento sismico.
L’associazione Amici dei musei ha finanziato i lavori per la sistemazione del portale.
Non è un malato grave. Ma è pur sempre il teatro coperto più antico del mondo. Vista l’età, dunque, è inevitabile che qualche operazione di cura qua e là al teatro Olimpico sia più che necessaria. Ieri è iniziato l’intervento per la sistemazione del portale grazie al finanziamento degli Amici dei monumenti e dei musei. Tra un mese si aggiungerà il lavoro di restauro di tutta la facciata. Nel frattempo si procederà alla sistemazione del cielo delle scene di Scamozzi e tra un anno, grazie al contributo del ministero da un milione, si procederà con il miglioramento sismico. «Stiamo investendo risorse importanti per la valorizzazione dei monumenti della città – afferma il sindaco Francesco Rucco -, vogliamo che l’Olimpico sia un teatro vivo. Il mio auspicio, infatti, è che tra qualche anno possa diventare monumento nazionale». Ma andiamo con ordine cronologico. Il primo intervento ha un costo di 24 mila euro (interamente finanziato dall’associazione) e porterà alla riqualificazione del portale che si affaccia su piazza Matteotti. Nel dettaglio, è previsto il restauro conservativo dei materiali lapidei, in particolare della pietra calcarea di colore bianco/avorio, presumibilmente pietra di Vicenza, di cui è costituito il portale, mediante la rimozione della vegetazione esistente, la pulizia delle superfici, la stuccatura delle micro-fessure, il consolidamento degli elementi in pietra che presentano elementi di distacco e, infine, l’applicazione su tutte le superfici di un prodotto consolidante e biocida. «Ho voluto personalmente questo intervento – afferma il presidente Mario Bagnara – perché sono riuscito a recuperare fondi dal ministero». La diagnosi dello stato di conservazione del portale ha previsto l’analisi dei materiali di cui è costituito oltre che l’individuazione degli elementi di degrado e dissesto presenti. «Grazie al sindaco – aggiunge l’assessore alle infrastrutture Claudio Cicero – saranno stanziati altri 40 mila euro per sistemare completamente il muro di cinta del giardino in modo da avere un intervento organico». Ma non è finita qui. Nei giorni scorsi il settore lavori pubblici ha approvato la spesa (3.539 euro) per la sistemazione del soffitto delle scene scamozziane. «A seguito di sopralluogo tecnico – si legge nella determina del Comune – è stato verificato il distacco di alcuni porzioni di intonaco in corrispondenza dell’intonaco del cielo e sulla base delle indicazioni fornite dalla Soprintendenza risulta necessario procedere a un intervento urgente di messa in sicurezza della porzione interessata dal pericolo di caduta attraverso una velinatura e la successiva analisi dell’intonaco». Infine, «stiamo lavorando a un progetto comune per il restauro del teatro, anche in vista di un eventuale contributo da parte del Mibac per il 2020», annuncia Rucco. Si tratta di un piano che, con un finanziamento di un milione, potrebbe portare a un miglioramento sismico.

13 aprile – inaugurazione mostra “Omaggio alla Cividale Longobarda con le ceramiche di Katia Brugnolo”

13 aprile – inaugurazione mostra “Omaggio alla Cividale Longobarda con le ceramiche di Katia Brugnolo”

Katia Brugnolo dal 1995 ad oggi è Docente all’Accademia di Belle Arti di Verona, cattedra di Storia dell’Arte, Pedagogia e Didattica dell’Arte.
Artista Lei stessa, ha deciso di dedicare un tributo a Cividale del Friuli realizzando una serie di opere in gesso decorato ispirate ai canoni artistici longobardi.
Impegnata nella divulgazione dell’arte antica invita la Signoria Vostra alla inaugurazione della mostra. Saranno presenti all’inaugurazione: il Direttore del Museo Diocesano di Vicenza, Mons. Francesco Gasparini, il Presidente dell’associazione Amici dei Musei di Vicenza, prof. Mario Bagnara.

Si ritorna al passato e più precisamente alla storia dei Longobardi attraverso le opere di Katia Brugnolo in mostra a Cividale del Friuli, la città che possiede un patrimonio di testimonianze longobarde fra i più ricchi del mondo. I Longobardi, con re Alboino, iniziarono l’espansione verso le regioni italiane, attraversando la penisola dal 568 circa. Li descrive nello sviluppo della loro storia Paolo Diacone, nato nel territorio longobardo a Cividale del Friuli nella prima metà del 700. Da questo sfondo medioevale d’indiscussa vitalità, le opere di Brugnolo, artista vicentina, nel passato Conservatore del Museo d’arte antica di Pordenone, del Museo Civico della Ceramica di Nove (Vicenza) e Docente all’Accademia di Belle Arti di Verona, interpretano le conquiste raggiunte, tramite una rilettura, come afferma, del “percorso storico e contenutistico”. Dai monumenti architettonici legati al culto derivano alcune figurazioni tra le più significative: l’ara commissionata dal duca Ratchis per onorare la memoria del padre Pemmone, oppure il tempietto longobardo noto anche con il nome Tempietto delle Vergini. Brugnolo estrae i motivi che conducono a quell’epoca e riprende su lastre l’eleganza delle sei figure femminili, le Sante in altorilievo, addossate al muro. Nel volto dal diadema imperiale aureo sulla testa e nell’immagine dalla tunica monacale sul busto di due Vergini, interpreta suggestioni classiche ed ispirazioni orientali, fuse nello stile longobardo nella bidimensionalità di alcune lastre, nei profili tracciati che annullano la consistenza dei corpi. L’angelo dalle enormi mani sproporzionate, ispirato dal motivo centrale della figura del Cristo e ripreso sullo sfondo di una grande conchiglia, riconduce alla sua lontananza nel tempo. Veste una tunica marrone in contrasto con l’azzurro intenso delle svolazzanti grandi ali e lo circondano liberamente fiorellini, stelle e una piccola croce, raffigurati secondo i canoni dell’epoca. Alcuni pavoni ed animali che appartengono alla forza dell’universo simbolico, richiamano nel presente la memoria dell’antico. Anche la stilizzata figura allungata, incisa su un blocco modellato, riveste il ruolo di omaggio alla città friulana e richiama il suo legame con il fiume Natisone. Maria Lucia Ferraguti (La Domenica di Vicenza)

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Giornata straordinaria sabato 9 marzo in visita a villa Caldogno

È stata una giornata straordinaria sabato a villa Caldogno. Abbiamo avuto come guida di eccezione Katia Brugnolo che ci ha illustrato i meravigliosi affreschi di Antonio Fasolo, Giulio Carpioni e Giovan Battista Zelotti. Con una spiegazione davvero emozionante, Katia Brugnolo ci ha fatto entrare nella dimensione cinquecentesca della vita in villa, attraverso l’osservazione degli affreschi del Salone d’onore di Antonio Fasolo, dove sfilano personaggi in foggia dell’epoca con movenze aggraziate, pronti ad iniziare un concerto al nostro ingresso, invitandoci alle danze e ad un gustoso banchetto. Personaggi che sono vera e propria materia per gli studiosi di storia del costume, ma anche della musica, asserisce Katia Brugnolo, che avanza l’ipotesi di un artista musico all’opera in queste sale, data la precisione con la quale rappresenta gli strumenti musicali, cari al proprietario committente, Angelo Caldogno, amante della musica e dell’arte. Raro strumento rappresentato qui è la particolare spinetta nell’affresco di sinistra entrando, unica testimonianza di un esemplare che non si è conservato fino ai nostri giorni.

La meraviglia non si ferma però al salone d’onore, prosegue nelle stanze adiacenti con gli affreschi di un altro grande artista, lo Zelotti, che a Caldogno mette in scena le vicende di Scipione l’Africano e di Sofonisba  di cui narra Tito Livio nelle sue Storie. Una pagina di storia romana raccontata con grande energia, dice Katia Brugnolo, ma con drammaticità ormai contenuta.

E infine la stanza del Pastor Fido nella quale interviene nel Seicento, dopo la soppressione della scala che conduceva ai piani superiori, Giulio Carpioni il quale prosegue il tema bucolico della stanza, che presentava scene dell’Aminta del Tasso, con un’altra favola pastorale, quella del Pastor Fido di Battista Guarini, dove anche in questo caso, dopo varie peripezie, l’amore esce vincitore.

Appassionante e stupefacente è stata poi la spiegazione dell’arch. Diego Peruzzo che ci ha condotto a scoprire le cantine della villa. Peruzzo durante la sua campagna di restauro ha avuto la fortuna, a seguito di una brillante intuizione, di rinvenire sotto la pavimentazione il sistema idraulico cinquecentesco, ancora intatto, progettato da Andrea Palladio.

L’architetto ha spiegato come è avvenuto questo ritrovamento: “Sollevato il pavimento, ho potuto scoprire l’antica canaletta in mattoni ricoperta con lastre di pietra dove scorreva l’acqua, fatta convogliare artificialmente dalla roggia a nord che scendeva verso Vicenza”. L’architetto ci ha fatto vedere come, con una serie di chiuse, ben visibili, l’acqua fosse utilizzata nel Cinquecento per servizi, quali lo scarico dei bagni e la cucina. Quest’ultima, collocata in una stanza provvista di camino, era dotata di un secchiaio a terra, portato oggi alla luce.

Nel vano centrale delle cantine sono state poi ritrovate quattro sponde dove venivano disposte le botti per la produzione del vino, in corrispondenza delle quali altre piccole canalette in mattoni servivano per far defluire quanto tracimava entro un piccolo pozzo. Nello stesso vano, al centro, un pozzo romboidale, chiamato dall’arch. “occhio della terra”, serviva per controllare il flusso delle acque ed ha la stessa forma del rombo del frontone “occhio del cielo”.

L’architetto Peruzzo ha continuato la sua spiegazione, evidenziando come poi abbia, durante i lavori, seguito il fluire dell’acqua anche all’esterno, verso est, dove è emersa una cisterna originale: “Una volta utilizzata, l’acqua veniva fatta convogliare entro la cisterna. Dalla stessa roggia, poi, veniva anche ricavata l’acqua per alimentare una piccola peschiera e irrigare il brolo. Un sistema idraulico che certo Palladio deve aver appreso dallo studio degli antichi Romani durante il suo viaggio a Roma. Lo stesso Palladio spiega nei suoi Quattro Libri dell’Architettura: “Se si potrà fabbricare sopra al fiume, sarà cosa molto comoda e bella, percioché e le entrate con poca spesa in ogni tempo si potranno nella città condurre con le barche e servirà agli usi della casa e degli animali, oltre che apporre molto fresca la estate e farà bellissima vista e con grandissima utilità et ornamento si potranno adacquare le possessioni, i giardini e i bruoli che sono l’anima e il diporto della villa”. Enunciato che fu evidentemente messo in pratica e villa Caldogno ne è la riprova.

Restauro Arco Ingresso Teatro Olimpico di Vicenza

L’associazione “Amici dei musei” ha offerto al Comune l’operazione da 24 mila euro per sistemare l’arco che si affaccia su piazza Matteotti

ARTICOLO DEL 26 FEBBRAIO DEL GIORNALE DI VICENZA

Il nome non tradisce: “Amici dei musei e dei monumenti”. Le finalità sono chiare: «Provvedere – tra le altre cose – direttamente o di contribuire con i mezzi a propria disposizione e con la ricerca di altri, al restauro di opere d’arte, degne di conservazione». Il risultato si traduce nella «proposta di sponsorizzazione tecnica» che l’associazione ha presentato nelle scorse settimane a palazzo Trissino: restaurare il portale del teatro che da piazza Matteotti dà accesso al giardino dell’Olimpico. Costo dell’operazione: 24 mila euro. «Sì – afferma il presidente Mario Bagnara, vero e proprio mecenate dell’operazione – abbiamo voluto fare questo dono alla città. Abbiamo già il via libera della Soprintendenza; attendiamo l’ok del Comune».Trovare un privato disponibile a finanziare interventi legati al mondo della cultura, si sa, non è sempre facile. È sufficiente considerare quanto accaduto con l’Art bonus, presentato dalla precedente amministrazione come una leva, concessa dal ministero, per la sistemazione di alcuni pezzi pregiati del patrimonio pubblico ma trasformatosi nel corso degli anni in un flop. Il teatro coperto più antico del mondo, per esempio, era stato inserito nell’elenco dei beni da sostenere tramite l’operazione avviata dal Mibac. Il Comune aveva chiesto a imprese e cittadini di sostenere alcuni lavori dal valore di 292 mila euro per la sistemazione dei camerini, del giardino e della torre Coxina, ma non ha trovato nessuno che si sia spinto per donare anche una cifra minima per coprire parte degli interventi. Lo scorso anno è stata l’azienda Bibetech di Montecchio Maggiore, nell’ambito del progetto Pop, a farsi avanti rendendosi disponibile a pagare il lavoro di sostituzione di tutta l’illuminazione dal valore di 120 mila euro. Ora tocca, invece, agli Amici dei musei e dei monumenti, che, grazie a un contributo di 24 mila euro, si sono offerti di sistemare l’arco che si affaccia su piazza Matteotti. La cifra non è irrisoria, soprattutto per un’associazione. Ed è lo stesso Bagnara, factotum dell’operazione, a spiegare come sia riuscito a racimolare il tesoretto. «Nel 2016 – racconta – il ministero dei Beni culturali ha dato la possibilità alle associazioni culturali di chiedere l’ammissione al riparto del 2 per mille. Fortunatamente ci siamo accorti della possibilità, durata veramente poco, e siamo riusciti a ottenere quei fondi». Che ora saranno dirottati sull’Olimpico. «Volevamo capire dove e come intervenire. Volevamo un elemento simbolo. E abbiamo pensato al portale dell’Olimpico». L’operazione, secondo quanto specificato dal Comune, prevede «l’esecuzione di indagini e analisi chimiche sui materiali e il successivo restauro mediante la rimozione della vegetazione dei microrganismi, la pulitura con acqua demineralizzata, la stuccatura delle micro-fessurazioni e il consolidamento degli elementi in pietra che presentano fenomeni di distacco».

LORENZO LOTTO. VIAGGIO NELLA CRISI DEL RINASCIMENTO

LORENZO LOTTO. VIAGGIO NELLA CRISI DEL RINASCIMENTO

22 febbraio venerdì Ore 17.00
Sala Lampertico del Cinema Odeon (Corso Andrea Palladio, 158, Vicenza)

PROIEZIONE FILM E INCONTRO
Un film documentario ripercorre l’arte e i luoghi di Lorenzo Lotto di Enrico Maria Dal Pozzolo, con la regia di Luca Criscenti
Lorenzo Lotto, il volto buono del Cinquecento italiano, come è stato scritto. Con una vita singolare e un’arte singolare. Questo documentario le narra in maniera intrecciata, con riprese originali realizzate in 4K. Lo fa partendo dalla conclusione della vita dell’artista, dal suo rifugio, nel Santuario di Loreto, dove Lotto morì silenziosamente, a 76 anni, nel 1556.
Il film sarà presentato da Enrico Maria Dal Pozzolo, storico dell’arte residente da anni a Vicenza, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Verona e curatore di prestigiose iniziative espositive a livello internazionale, come le due recenti mostre su Lorenzo Lotto attualmente in corso: a Macerata, sulla produzione marchigiana dell’artista, e alla National Gallery di Londra sui Ritratti, seconda tappa dopo quella al Prado di Madrid.

Produzione: Land Comunicazioni, Italia, 2018.
Durata: 58 minuti.
Autore: Enrico Maria Dal Pozzolo
Regia: Luca Criscenti
Fotrografia: Francesco Lo Gullo
Montaggio: Massimiliano Cecchini
Drone: Daniele Danesi
Producer: Valeria Adilardi, Emanuela Tomassetti
Con musiche di Bobo Righi e voce di Càroli Bonollo

Info
Costo del biglietto 5 euro.
È possibile acquistare i biglietti in prevendita presso Amici Musei Vicenza
(via Arzignano 1, Vicenza) nei giorni di martedì e giovedì dalle 9.00 alle 12.00.
È possibile altresì prenotare il posto inviando una mail alla segreteria a info@amicimuseivicenza.it o un messaggio a 3391243389, indicando il proprio nome. Per i posti prenotati è necessario presentarsi un quarto d’ora prima
dell’inizio della proiezione.

Lettera augurale

Cari Amici,
Vogliamo con questa lettera augurale ringraziarvi per l’affetto dimostrato. Nel 2018, grazie al vostro contributo sempre costate abbiamo dato vita a delle iniziative molto importanti che sono servite per far crescere la nostra Associazione numericamente. Sempre più persone infatti guardano con interesse alla nostra realtà e stiamo riscuotendo un certo successo anche fra i social.

E’ stato possibile ottenere questo risultato grazie all’apporto fondamentale di alcuni appassionati, soci, sostenitori e consiglieri. Intendiamo pertanto, prima di mettervi al corrente su quanto è in programma per l’anno venturo, fare alcuni ringraziamenti.

Il nostro ringraziamento più grande va a Katia Brugnolo, Covicepresidente dell’Associazione e docente all’Accademia di Belle Arti di Verona, che si è prodigata quest’anno con grande passione, non solo per dar vita ad un Gruppo Giovani, organizzando il concorso – mostra d’arte “Attimi Infiniti” presso il Liceo artistico Antonio Canova, ma anche nel curare interamente il corso di formazione sull’arte contemporanea, mettendo a disposizione le sue conoscenze e competenze. Come avete avuto modo di sperimentare, il corso sta riscontrando un grande successo presso la cittadinanza ed è stato particolarmente apprezzato anche dal nuovo direttore del settore Cultura, Mauro Passarin.

Ringraziamo inoltre Giorgio Ceraso, grande conoscitore che, come di consueto, ci propone ogni anno dei tour davvero singolari alla scoperta di tesori nascosti. Quest’anno ci ha condotto alla quasi sconosciuta villa Forni Cerato a Montecchio Precalcino.

E ringraziamo anche Luca Matteazzi, consigliere dell’Associazione e guida turistica di Vicenza, il quale ha illustrato la mostra “Il Trionfo del colore” con una appassionante spiegazione, ricca di vivaci comparazioni e aneddoti, presentando i grandi protagonisti del Settecento veneto con una prospettiva del tutto originale.

Vi aspettiamo numerosi anche nell’anno nuovo che sarà ricco di sorprese, volte, come sempre, alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio architettonico, artistico e paesaggistico del nostro territorio.

Per il 2019 il Consiglio Direttivo, grazie al rilevante contributo del 2 x 1000 del 2016, pervenuto negli ultimi mesi, ha deliberato di provvedere al restauro dell’Arco d’ingresso al giardino del Teatro Olimpico di Vicenza in Piazza Matteotti. Già attribuito per molto tempo al Revese, spetterebbe invece a Vincenzo Scamozzi, come dimostrano i recenti studi affrontati da Luca Trevisan, Vicepresidente dell’Associazione e Accademico Olimpico. La progettazione e la direzione dei lavori di restauro saranno condotti dallo Studio Vetera di Gabriele Zorzetto, nostro socio e consigliere che, con la moglie, offrirà anche una brochure illustrativa.

Nell’anno nuovo però, secondo una tradizione consolidata, continuerà la programmazione di importanti eventi e visite culturali: nei primi mesi, oltre ai tre incontri del corso sull’arte contemporanea, è programmata, in data ancora da definire, la visita alla mostra di Giovanni Demio a Schio, curata da Vittorio Sgarbi, e a villa Thiene di Quinto Vicentino dove lo stesso artista, allora molto apprezzato dallo stesso Palladio come “Uomo di bellissimo ingegno”, ha affrescato l’intero salone d’onore.

Sempre attingendo al contributo del 2 x 1000, è in programma anche la pubblicazione di una monografia sulla storia della nostra Associazione, avviata nel 1949 per iniziativa di personaggi vicentini dai grandi ideali, primo fra tutti Renato Cevese che fece conoscere l’arte vicentina e veneta in Europa e in altri paesi del mondo, non solo mediante specifici interventi di salvaguardia delle ville venete, molte delle quali erano in rovina, ma anche con la felice proposta, nel 1954, dell’istituzione a Vicenza del Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio”.

A tutti rinnoviamo i nostri più affettuosi auguri per il Natale e il Nuovo Anno

Il Presidente Mario Bagnara, tutto il Consiglio direttivo e la segreteria