Giovedì 10 dicembre si è svolto il primo incontro del ciclo di formazione “Tra Arte, Restauro e Psicoanalisi” tenuto dalla professoressa Katia Brugnolo che ci ha accompagnati alla scoperta del celebre artista Giambattista Tiepolo presentando parte della sua ampissima produzione e ricostruendo le tappe evolutive del suo stile.

Partendo dalla fase giovanile, troviamo Tiepolo come garzone presso la bottega del maestro veneziano Lazzarini, nella quale si formerà per sette anni fino al 1717, data che segna anche la sua entrata nella fraglia dei pittori veneziani. Attraverso l’utilizzo di diapositive, Brugnolo ci accompagna alla scoperta delle opere. Il viaggio inizia dalla Circoncisione del Lazzarini, in cui si esplica il dualismo tra tenebrismo e chiarismo, per procedere poi con l’analisi dell’opera di un altro grande maestro essenziale per la formazione, il Piazzetta con l’Estasi di San Francesco. Terzo artista incisivo per la giovinezza dell’artista è Louis Dorigny, in particolare per gli affreschi a Villa La Rotonda del Palladio.

Il percorso procede prendendo in considerazione le prime opere del Tiepolo, in cui il suo primo stile pittorico è caratterizzato da grafia nervosa e tormentata, imponenza dei volumi delle figure e la presenza di riflessi bluastri nelle ombreggiature. Brugnolo ricorda un’opera particolare di questa fase dell’artista in quanto di dimensioni minutissime (11,5 cm circa), probabilmente il coperchio di una tabacchiera, il Memento Mori conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il viaggio prosegue attraverso il primo intervento ad affresco del Tiepolo, quello a villa Baglioni a Massanzago (Padova), in collaborazione col Mengozzi Colonna. Già evidenti da questa fase gli splendidi cieli dell’artista, i primi studi, già magistrali, sulla luce e sul rapporto tra figure e spazio, qui evidenziati in particolare dalle quadrature del collaboratore. Leggerezza e senso di lievità pervadono quindi le sue opere dai primissimi esperimenti.

Brugnolo procede col Martirio di San Bartolomeo per la chiesa veneziana di San Stae, emblema della sua rapace capacità di assimilare modelli dagli altri artisti, e la Crocifissione di Burano con la sua luce abbagliante che sarà un elemento tipico di tutte le opere del Tiepolo. Veniamo a uno snodo nella sua evoluzione attraverso l’incontro con l’architetto ticinese Domenico Rossi, grazie al quale svilupperà un senso della luce come luminosità solare che avrà modo di sperimentare negli edifici restaurati proprio dallo stesso architetto. Nell’ affresco a soffitto il Potere dell’Eloquenza, presso Palazzo Sandi a Venezia, sviluppa un modello compositivo che avrà ampia fortuna anche successivamente: protagonisti laterali che si affacciano e un vortice centrale che crea una smaterializzazione delle figure in turbini di luce.

Il ciclo per il palazzo arcivescovile di Udine sancisce il definitivo sposalizio tra Tiepolo e la rappresentazione di una luce solare e pervadente, che il pittore ha assimilato indubbiamente anche attraverso l’osservazione della produzione del Veronese. Inoltre è qui evidente la costruzione teatrale delle raffigurazioni, rappresentazioni pervase di armonia compositiva e cromatica e inoltre l’ampio uso di scorci, sancite tutte come caratteristiche riconoscibili del pittore.

Mentre nel dipinto Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle conservato al Museum of Fine Arts di Montreal, Tiepolo ci fa intravedere la sua tecnica di preparazione dei supporti pittorici, a fondo scuro, a conferma delle analisi diagnostiche degli studiosi.

Affrontando il periodo della prima maturità (1729-1737) si nota l’affaccio e l’interesse di mettersi alla prova nei grandi cicli di affresco, come ci spiega Brugnolo.  Particolarmente evidente la dissolvenza nella luce delle figure protagoniste di questi cicli e il dosaggio chiaroscurale di scuola veronesiana, come a Palazzo Archito e Palazzo Casati Dugnani a Milano.

Al periodo Milanese succede il ritorno a Venezia caratterizzato da una proposta di soggetti prevalentemente religiosi, come l’Immacolata Concezione conservata al Museo Civico vicentino, che introduce la novità della composizione delle figure attraverso un moto gestuale e di sguardi. Altro snodo della carriera del pittore è l’opera Maria in gloria tra apostoli e santi, conservato nella Chiesa di Ognissanti a Rovetta (Bergamo): lo zigzagare stenografico a definire le composizioni spaziali, una vera e propria rivoluzione nell’organizzazione dello spazio, ed il tratto caratteristico del Tiepolo che suggerisce la velocità d’esecuzione. Procediamo attraverso i cicli per Villa Loschi Zileri Dal Verme a Biron (Vicenza) e la Chiesa dei Gesuati a Venezia. Quest’ultima, in particolare nell’affresco Apparizione della Vergine a San Domenico mostra caratteri stilistici completamente rinnovati: il Tiepolo introduce colori diafani, scambi spaziali tra realtà e rappresentazione e un tessuto cromatico iridescente, il tutto è completamente avvolto nel biancore connotando una novità nel registro cromatico dell’artista.  Brugnolo procede attraverso la Salita al Calvario, conservata a Sant’Alvise a Venezia, e la composizione a spirale e ulteriori studi sulla luce.

Il Tiepolo nel 1740 torna a Milano e ne La corsa del carro del Sole a Palazzo Clerici a Milano, introduce il cliché apollineo dell’idealizzazione della bellezza, il quale permarrà in quasi tutta la sua produzione successiva. Ulteriori elementi di novità si avvertono nel ciclo veneziano per la Scuola Grande dei Carmini: si tratta della scompaginazione iconografica, ossia un’operazione di scomposizione e ricomposizione iconografica arbitraria da parte dell’artista nelle figure allegoriche.

L’attività dell’artista continua a Villa Cordellina Lombardi a Montecchio Maggiore (Vicenza): Tiepolo conduce indagini sulla luce creando ombre in controluce negli affreschi spesso di consistenza pulviscolare.

Giungiamo poi al celebre intervento presso la Residenz di Wurzburg alla quale Tiepolo approda nel 1750. Ciclo prestigioso a livello internazionale, in particolare l’intervento nella Kaisersaal (stanza del trono), affreschi di iconografia politica e/o storica, in comunicazione con gli stucchi del Bossi. L’apice del ciclo è il soffitto affrescato rappresentante L’Olimpo e i Quattro Continenti, che riporta il cliché apollineo circondato dalle allegorie.  Brugnolo racconta un particolare curioso: accanto alle figure mitologiche vengono rappresentati anche gli artisti contemporanei che progettarono e costruirono la Residenz, tra cui Tiepolo stesso e il figlio Gian Domenico. Dopo l’impresa di Wurzburg e il rientro in patria, Tiepolo accetta la commissione del ciclo per Villa Valmarana ai Nani a Vicenza, in cui introduce grandi novità: il trionfo della sensibilità personale, l’arte che parla al cuore contro l’arte encomiastica, che fanno affiorare la nuova esigenza artistica di naturalezza e verità. Tiepolo in questa sede precorre i tempi dimostrandosi artista preromantico.

Brugnolo passa ad analizzare l’ultimo periodo dell’artista selezionando alcune opere: Santa Tecla intercede per la liberazione di Este dalla pestilenza, conservata nel Duomo atestino, caratterizzata da estremo pathos comunicato anche dai colori lividi a prevalenza di grigi; l’Apoteosi di Orazio Porto, in cui si vede lo stile bozzettistico che caratterizza la produzione matura e finale della vita di Tiepolo, creato sulla base di procedimenti zigzaganti rapidi e sintetici.

Ultima impresa è quella a Madrid, presso il Palazzo Reale, in cui recupera lo stile dei grandi cicli ad affresco precedenti. L’ultimissimo periodo lo vede confrontarsi con le tematiche religiose, che trasmette pittoricamente attraverso un processo di sintesi ed espressione di profonda interiorizzazione dei temi sacri, si veda San Pasquale Baylon adora il Santissimo Sacramento e San Francesco d’Assisi riceve le stimmate, tele entrambe conservate al Prado.

Brugnolo conclude l’esposizione con un’opera risalente agli ultimi mesi di vita del Tiepolo, Riposo nella fuga in Egitto, conservata alla Staatgalerie di Stoccarda. Qui la sacra famiglia lascia spazio alla natura come protagonista. Il Tiepolo si dimostra definitivamente artista preromantico, rimanendo fedele ad un’esecuzione veloce e saettante. Giambattista Tiepolo morirà poco dopo, lasciando in eredità all’umanità un patrimonio inestimabile.

L’evento si conclude con i saluti istituzionali del presidente dell’Associazione, il prof. Mario Bagnara. Inoltre, un cappello finale con la professoressa Brugnolo, ora in veste di artista ceramista, che presenta le sue ceramiche su ispirazione delle opere del Tiepolo, a evidenziare l’attualità e la contemporaneità del sentimento che pervade le opere del celebre pittore.

Il secondo appuntamento con il corso di formazione è stato indubbiamente un debutto riuscito, un primo tentativo da parte degli Amici dei Musei di Vicenza di adattare la propria proposta culturale al difficile periodo della pandemia, in modo da poter perseguire anche in questi tempi difficili i propri obiettivi di promozione della cultura.

Federica Gigliozzi

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